| Lazio sospesa tra Coppa Italia e conti in rosso Questa sera all'Olimpico gara d'andata della finale contro la Juventus. 
        Ma i problemi economici del club biancoceleste restano sul tavolo: le 
        perdite aumentano, i compratori si nascondono, i piccoli azionisti tremano. 
        Ieri il titolo è stato sospeso a tempo indeterminato 
	 di MARCO LIGUORI 
        e SALVATORE NAPOLITANO
Lazio sospesa dalle negoziazioni di Piazza Affari a tempo indeterminato. 
        Lo ha comunicato in tarda serata la Borsa Italiana, che ha confermato 
        il provvedimento con cui aveva già escluso il titolo dalle contrattazioni 
        della seduta di ieri. La decisione è stata presa in conseguenza 
        dell'approvazione dei conti al 31 dicembre 2003, che hanno evidenziato 
        un patrimonio netto negativo per 22 milioni e 300mila euro a causa delle 
        perdite subite nel semestre luglio-dicembre: è la fattispecie prevista 
        dall'articolo 2447 del Codice civile, che si riferisce alla riduzione 
        del capitale sociale sotto il limite legale. Ciò è causa 
        di scioglimento della società, a meno che esso non venga ricostituito: 
        ma, come sottolineato dalla nota della Borsa Italiana, la Lazio non ha 
        ancora provveduto a dare esecuzione all'aumento di capitale, e inoltre 
        non risultano rilasciate garanzie sulla sottoscrizione che rimuovano la 
        causa di scioglimento. Infine, si attende ancora il nuovo piano industriale 
        che, nelle intenzioni dei vertici biancocelesti, servirà a conseguire 
        l'equilibrio economico-patrimoniale nel medio periodo. Insomma, ha tutta 
        l'aria di essere un record mondiale, per lo meno in ambito calcistico: 
        in appena sei mesi, ossia dal 30 giugno al 31 dicembre 2003, la Lazio 
        ha dilapidato più della metà dei soldi ottenuti tramite 
        l'aumento di capitale dello scorso luglio. Non bruscolini, ma 110 milioni 
        di euro: 68 milioni e 100mila euro sono già stati persi. E' tutto 
        scritto nella relazione semestrale, chiusa appunto al 31 dicembre 2003, 
        approvata dal consiglio di amministrazione della società biancoceleste. 
        Una sorpresa? Niente affatto. Solo chi in questi mesi ha raccontato favole 
        sui conti biancocelesti può farlo credere. Ma i numeri sono crudi, 
        e lo sono da tempo: 103 milioni e 50mila euro di rosso nell'esercizio 
        2001-2002, 121 milioni e 860mila euro nel 2002-2003, 68 milioni e 100mila 
        euro nel primo semestre del 2003-2004. Come si evince facilmente, le perdite 
        mensili si sono addirittura incrementate, passando dagli 8 milioni e 587mila 
        euro dell'ultimo bilancio dell'era Cragnotti, ai 10milioni e 155mila euro 
        della breve epoca Baraldi, agli 11 milioni e 350mila euro dell'ultimo 
        semestre. Nessun taglio dei costi è stato realizzato, nonostante 
        il tanto sbandierato piano Baraldi, che ha semplicemente procrastinato 
        nel tempo i debiti per gli stipendi dei giocatori. In questa situazione, 
        si nota il colpevole ritardo della Consob nonché la leggerezza 
        con la quale molta stampa tratta le vicende della Lazio: in tempi in cui 
        si parla di proteggere i risparmiatori, i 70mila piccoli azionisti biancocelesti 
        hanno visto dilapidare il loro investimento. La commissione di controllo 
        sulle società quotate è in attesa di ulteriori informazioni 
        sui conti laziali: ma i numeri sono terribili da più di due anni. 
        Come definire altrimenti una società che, per ogni euro incassato, 
        spende in media 2 euro e 20 centesimi?A proposito dei risparmiatori e dell'andamento del titolo, negli ultimi 
        mesi si è assistito a un folle saliscendi, orientato in base alle 
        anticipazioni, finora tutte seccamente smentite dai fatti, su acquirenti 
        in procinto di salire sul ponte di comando della Lazio. Da diverso tempo 
        per esempio si parla dell'interesse verso il club romano di Ernesto Bertarelli, 
        il patron miliardario di Alinghi, l'imbarcazione svizzera che ha conquistato 
        l'ultima Coppa America di vela. Tra i tifosi della Lazio circola da giorni 
        la voce che sia solo questione di ore, dettagli. Poi il salvatore biancoceleste 
        uscirà allo scoperto. I giornali lo scrivono tra le righe. Dagli 
        interessati, solo bocche cucite. Che fine ha fatto l'articolo 181 del 
        Testo Unico della Finanza, la cosiddetta legge Draghi del 1998? E' il 
        reato di aggiotaggio: vi si legge che «chiunque divulga notizie 
        false, esagerate o tendenziose, ovvero pone in essere operazioni simulate 
        o altri artifici idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo 
        di strumenti finanziari o l'apparenza di un mercato attivo dei medesimi, 
        è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da uno 
        a cinquanta milioni di lire». La pena è raddoppiata se il 
        fatto è commesso «dagli azionisti che esercitano il controllo, 
        dagli amministratori, dai direttori generali, dai dirigenti, dai sindaci, 
        dai revisori dei conti di imprese di investimento o di banche che esercitano 
        servizi di investimento, oppure a mezzo stampa o mediante altri mezzi 
        di comunicazione di massa». E' la descrizione esatta di ciò 
        che è accaduto da almeno un anno al titolo Lazio. Dire ai piccoli 
        azionisti che la salvezza della società dipende da loro è 
        una sorta di ricatto: sarebbe piuttosto doveroso spiegare che, fino a 
        quando i conti avranno questo andazzo, ogni anno toccherà rimettere 
        mano al portafoglio per almeno 100 milioni di euro complessivi. Senza 
        peraltro migliorare la situazione debitoria: al 30 settembre 2003, i debiti 
        superavano i crediti di circa 250 milioni di euro.
 Questa sera, comunque, la banda Mancini affronta la Juventus all'Olimpico 
        nella gara di andata della finale di Coppa Italia. Chi vince, mette una 
        toppa tricolore a una travagliata stagione.
 (Fonte: www.ilmanifesto.it) 
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